venerdì 24 luglio 2009

Gran finale per “Aida”di Mitoraj che da Boboli stupisce ed emoziona.


Foto di Sara Giosa

Applausi, soddisfazione e commozione accompagnano la quarta e l’ultima replica di “Aida”, la produzione esclusiva di OperaFestival 2009. La novità di costumi e scenografie realizzati dal grande maestro polacco Igor Mitoraj hanno spogliato l’opera dei famosi richiami egizi esaltandone l’essenza attraverso l’allegoria delle sculture. L’inedita chiave di rappresentazione e il Giardino di Boboli, capace di regalare una cornice magica all’opera, hanno attirato un pubblico numeroso. Le quattro repliche, infatti, hanno sempre registrato il tutto esaurito. Una composita platea dove appassionati di lirica e nomi noti del mondo culturale e politico hanno condiviso la partecipazione ad uno spettacolo unico con molti giovanissimi e turisti. Questo anche grazie al calendario di OperaFestival capace di offrire il palco di Boboli e quello della mistica Abbazia di San Galgano anche ad esponenti di musica leggera e ballerini. La quinta edizione di OperaFestival è la chiara espressione dell’incremento qualitativo e quantitativo che la manifestazione culturale ha maturato negli anni. La macchina organizzativa di OperaFestival si ingrandisce contando più di trecento persone che concorrono alla messa in scena degli spettacoli. Visibile anche la crescita artistica degli interpreti. Il cast di “Aida” non lascia spazio a dubbi: l’eccezionalità del basso Stefano Rinaldi Miliani (il Re) del mezzosoprano Serena Pasqualini e del tenore Ignacio Encias (Radames) hanno regalato una memorabile esecuzione canora. Applauditissima e acclamata dal pubblico il soprano di fama mondiale Dimitra Theodossiou (Aida) che ritorna volentieri sul palco di Boboli dopo che Emanuela Giudice, il soprano che avrebbe dovuto interpretare il ruolo di protagonista nell’ultima replica, rinuncia per un improvvisa indisposizione. “Aida” di OperaFestival è caratterizzata da sinergia, con scenografie che riescono allo stesso tempo ad esaltare le esecuzioni dei cantanti e lasciare spazio alle numerose scene corali. Grazie all’abilità del giovane regista Andrea Cigni tutto sul palco di Boboli si fonde in armonia, con sobrio equilibrio si condensano in uno spazio limitato figuranti, il coro di OperaFestival e le grandi scultore di Mitoraj.
Il prologo dell’ultima messa in scena dell’opera verdiana è dedicato al popolo iraniano e alla sua battaglia continua ed estenuante per la democrazia. Prima dello spettacolo,infatti, dal palco di OperaFestival la voce dell’associazione degli studenti iraniani si fa portatrice della lotta di un popolo sofferente che chiede libere elezioni con osservatori internazionali in sostituzione delle ultime che hanno decretato la rielezione di Ahmadnejad. Gli studenti cercano l’appoggio degli stati democratici e incitano la pressione che la comunità internazionale può esercitare sul contesto politico iraniano. Viene calato sul palco di Boboli un enorme drappo verde, colore simbolico della lotta di un popolo oppresso. Dopo questo discorso incisivo che stimola partecipazione, le note del grande compositore di Busseto introducono lo spettacolo che l’espressività degli interpreti e la passione di tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione hanno reso indimenticabile.

Annalisa Ausilio

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