mercoledì 1 luglio 2009

La grande soprano che stupisce Boboli racconta la sua passione


Intervista a Dimitra Theodossiu

“Il mio desiderio è comunicare emozioni che oggi sono impagabili”.



Due ore prima la seconda messa in scena di Aida incontriamo la protagonista dell’opera: il soprano Dimitra Theodossiou che con la potenza della sua voce sta per emozionare nuovamente Boboli. Nel suo piccolo camerino di legno dove si prepara riscaldando la voce ci accoglie disponibile rispondendo affabile alle nostre domande.

Cosa si prova ad interpretare Aida con le scenografie e i costumi del maestro Mitoraj?
Sicuramente è una Aida diversa rispetto a quelle che ho già interpretato, ma per me non è stato difficile perché sono circondata dalle sculture greche della mia patria.. Il tema fondamentale dell’opera è proprio la patria, l’amore per la propria terra salvata, persa, tradita. Le grandi sculture di Mitoraj sul palcoscenico aiutano a sentirmi a casa.

La nuova chiave di lettura dell’opera ha influenzato il suo modo di cantare e recitare?
Sicuramente non è Aida tradizionale con elefanti e piramidi, ma il cuore della mia interpretazione resta ancorato alla storia in sé: la perdita della guerra, della patria, la riduzione in schiavitù dei vinti e l’amore impossibile impedito dalla famiglia. Sono vicende che possono ripetersi, in chiave diversa, anche oggi. Quando interpreto cerco soprattutto di esprimere quello che ha scritto il compositore.

Quindi non sarà stato difficile calarsi nel personaggio nonostante la novità di costumi spogliati da accessori e richiami egizi.
No, assolutamente. Anzi, deve essere così altrimenti saremmo limitati. Il limite è qualcosa di estraneo alla musica e alla cultura in generale che, invece, è riuscire a guardare sempre oltre.

Il successo dell’opera lirica è frutto del lavoro di tutti. Quanto è stato importante per la realizzazione di Aida la coesione e collaborazione fra le parti? L’ottimo risultato si raggiunge quando tutti lavorano con la stessa passione. Ma non conta solo questo, è importante la bravura degli interpreti di Aida, Amneris e Radames anche se l’omogeneità è difficile da costruire in tempi limitati.

Abbiamo notato molti giovani a seguire la prima, secondo lei questo dipende dalla location e dalla varietà del calendario di Opera Festival oppure davvero l’opera lirica sta allargando il suo pubblico?
Ultimamente ho notato uno sforzo per avvicinare i giovani a questo mondo. Molto hanno fatto i grandi come Carreras, Domingo e Pavarotti che hanno cantato con artisti di musica leggera. Anche io ho cantato con i Nomadi e a Natale farò un concerto a Livorno con Matteo il vincitore di X-Factory. Spero che sia l’inizio di una maggiore espansione della lirica nel mondo giovanile perché è la base della cultura musicale.

Pensa che l’attuale contesto culturale italiano permetta ad un giovane con talento di affermarsi sulla scena lirica?
E’ una strada dura, lo è stata sempre,d’altronde come qualsiasi strada. Ma se c’è una passione vera i risultati prima o poi diventano tangibili.

La sua passione per la lirica come è nata? Quando ha capito che poteva diventare l’attività principale nella sua vita? Quando avevo sei anni mio padre mi portò a vedere il Trovatore. Quando sono uscita gli dissi “Diventerò Eleonora!” non sapevo neanche la differenza fra soprano e baritono ma in quel momento ho sentito che quella era la mia strada. Ho sempre inseguito il mio desiderio nonostante abbia anche studiato economia.

Essere un soprano comporta molti sacrifici?
Si, non poter essere sempre vicina alla mia famiglia e a mio figlio, soprattutto adesso che è in piena fase adolescenziale. E’ anche difficile mantenere le amicizie stando poco a casa, ma nella mia vita prima viene la musica e dopo il resto.

La soddisfazione più grande nella sua carriera?
La carriera è costituita da vari livelli. E’ una soddisfazione quando ti accorgi di passare ad un livello più alto. Ma niente è paragonabile all’acclamazione del pubblico dopo la recita, il mio desiderio è comunicare con il pubblico e trasmettere emozioni che oggi sono impagabili.

Come si aspetta l’interpretazione finale di Emanuela Giudice nel ruolo di Aida? Un cantante è unico, è quindi un’altra interpretazione che dovrà essere il pubblico a giudicare. Mai un artista è uguale ad un altro sia esso un pittore un musicista o uno scultore. Questa è la caratteristica inimitabile dell’arte.


Annalisa Ausilio
Foto: Sara Giosa
Pubblicato su intoscana.it

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